Il 3 ottobre è la Giornata in memoria delle vittime dell’immigrazione, una ricorrenza istituita dal Parlamento nel 2016 per ricordare la “strage di Lampedusa” del 3 Ottobre 2013 nella quale morirono 368 immigrati, più 20 dispersi, che cercavano di raggiungere l’Europa. Si trovavano in un’imbarcazione libica a poche miglia dal porto di Lampedusa, si salvarono solo 155 migranti.
Il mare si ricoprì di cadaveri, questo colpì l’opinione pubblica, anche se già in precedenza erano morti diversi migranti nel Mediterraneo, ma mai così tanti in un’unica volta.
Il Mediterraneo era diventato un cimitero a cielo aperto e le coscienze non potevano non esserne toccate.
Eppure dopo sei anni non si può dire che sia cambiato molto; dal 2013 a oggi sono oltre 15.000 i morti e dispersi: bambini, donne e uomini in fuga da guerre e povertà nella speranza di trovare una vita migliore. Dagli ultimi dati dell’Unhcr emerge che nei primi 9 mesi del 2019 sono 1.028 le persone decedute o disperse nel Mediterraneo. Questa è una vera e propria strage, non è solo una questione di numeri, ma si tratta di vite, storie, speranze, umanità.
Purtroppo viviamo un crescente razzismo che è stato alimentato quotidianamente dalla politica. Sono stati addirittura scoraggiati i salvataggi in mare, il decreto sicurezza, voluto dal precedente governo Lega/Cinquestelle, stabilisce che ad occuparsi del transito o la sosta di navi nel mare territoriale deve essere il Ministro dell’Interno e non solo quello delle infrastrutture, quando presupporrà che sia compiuto il reato di “favoreggiamento dell’immigrazione clandestina” ed ha stabilito una sanzione che va da un minimo di 150mila euro a un massimo di un milione di euro per il comandante della nave “in caso di violazione del divieto di ingresso, transito o sosta in acque territoriali italiane” ed il sequestro della nave. E’ previsto anche l’arresto in flagranza per il comandante. Si colpiscono così le ONG e le associazioni solidali e umanitarie che si occupano del salvataggio di vite umane nei nostri mari.
La strage di migranti è ancora in atto, quindi non basta una giornata della memoria, ma è necessaria una politica che denunci i centri di detenzione libici dove si perpetrano le peggiori violenze e che si occupi di corridoi umanitari e di salvataggio degli esseri umani, per garantire un’accoglienza dignitosa a chi, provenendo da paesi che anche l’Europa ha contribuito a impoverire, cerca una speranza ed un futuro migliore.
Evelin Costa
Casa Memoria
disegno di Francesco Piobbichi
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