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“Un vero ribelle conosce la paura ma sa vincerla.” L.S.

E’ triste oggi salutare lo scrittore, ma anche giornalista, regista, esule politico, attivista, ecologista, viaggiatore, poeta Luis Sepúlveda.

Sepúlveda, nato in Cile nel ’49, è cresciuto in una famiglia di anarchici, ancora adolescente di iscrisse alla Gioventù Comunista e poco dopo cominciò la sua attività di giornalista anche in radio. In Bolivia militò nell’Esercito di Liberazione Nazionale fondato da Che Guevara. Poi preso il diploma di regista teatrale continuò a scrivere racconti ed a realizzare lavori teatrali. Fece anche parte del Partito Socialista e della guardia personale del presidente cileno Salvador Allende. Dopo il colpo di Stato militare di Pinochet, fu arrestato per molti mesi, poi scarcerato e successivamente incarcerato per il suo impegno teatrale ispirato alle sue idee politiche. Passò in totale due anni e mezzo in carcere.

Nel ‘77 lasciò il Cile e viaggiò in Sudamerica, trascorse sette mesi con gli con gli indios (nativi americani), nel 1978 si unì alle Brigate Internazionali Simon Bolivar in Nicaragua. Riprese poi il suo lavoro di giornalista e si trasferì in Europa prima ad Amburgo, poi in Francia. Dall’82 ha lavorato con l’organizzazione ecologista Greenpeace facendo anche parte dell’equipaggio di una delle loro navi, dal 1996 ha vissuto in Spagna dove è morto oggi a causa del covid-19.

Il suo primo romanzo è “Il vecchio che leggeva romanzi d’amore”, successivamente ha pubblicato molti altri romanzi, racconti e libri di viaggio, uno dei suoi libri più amati è la “Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare”.

Un uomo che ha vissuto una vita intensa ed avventurosa, ispirata da grandi ideali; le sue esperienze sono entrate nei sui libri, la sua scrittura lieve e scorrevole ha dato voce a chi non ne aveva ed ha ispirato passioni, ideali, sogni e sentimenti. Ciao Luis.

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