Oggi il nostro ricordo va a Pio La Torre che ha combattuto contro la mafia e per questo è stato ucciso.
Pio La Torre nato a Baida, una frazione di Palermo, nel 1927 è stato ucciso dalla mafia il 30 aprile 1982. E’ stato politico e sindacalista impegnato nella lotta alla mafia. I suoi genitori erano contadini, fin da giovane si impegnò nella lotta a favore dei braccianti, prima nella Confederterra, poi nella Cgil e poi aderendo al Partito comunista italiano.
Nel 1952 fu eletto al consiglio comunale di Palermo. Nel 1959 divenne segretario regionale della CGIL. Nel nel 1962 fu eletto segretario regionale del PCI. Nel 1963 fu eletto per il PCI deputato all’Assemblea regionale siciliana e rieletto nel 1967, fino al 1971. Nel 1969 a Roma prese la direzione prima della Commissione agraria e poi di quella meridionale. Enrico Berlinguer lo fece entrare nella Segreteria nazionale del partito. Nel 1972 venne eletto deputato alla Camera nel collegio Sicilia occidentale e si occupò di agricoltura. Propose una legge che introduceva il reato di associazione mafiosa (la cosiddetta Legge Rognoni-La Torre) e una norma che prevedeva la confisca dei beni ai mafiosi. Rieletto alla Camera nel 1976, fu componente della Commissione Parlamentare Antimafia, fu tra i redattori della relazione di minoranza della Commissione antimafia, che accusava uomini politici di avere rapporti con la mafia. Sempre alla Camera nel 1979, fu componente della commissione Difesa. Nel 1981 chiese ai vertici del PCI di riassumere la carica di segretario regionale del partito in Sicilia, si impegnò contro la costruzione della base missilistica NATO a Comiso. Altre sue iniziative furono contro la speculazione edilizia. Alcuni killer lo uccisero insieme a Rosario Di Salvo, mentre in auto stavano raggiungendo la sede del partito.
Quello di Pio La Torre fu un delitto di mafia, venne assassinato perché aveva proposto il disegno di legge che prevedeva il reato di “associazione mafiosa” e la confisca dei patrimoni mafiosi, aveva capito infatti che per dare una svolta alla lotta contro le organizzazioni criminali era necessario colpirle nei patrimoni accumulati, affermava: “Occorre spezzare il legame esistente tra il bene posseduto ed i gruppi mafiosi, intaccandone il potere economico e marcando il confine tra l’economia legale e quella illegale”.
Il suo lavoro rimane di grande importanza ed attualità ancora oggi.
foto da internet
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