Il caseggiato di contrada Napoli a Cinisi è un bene confiscato alla famiglia Badalamenti e ristrutturato con fondi europei ottenuti attraverso il GAL Castellammare. Giorno 28 Gennaio 2021 è stato firmato un accordo per l’uso di questo bene da parte dell’associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato e sono state consegnate le chiavi a Luisa Impastato e Giovanni Impastato dal Sindaco di Cinisi e dal Presidente del Gal. Il caseggiato, su proposta del Sindaco, è stato denominato “Casa Felicia”. Questo bene nell’estate del 2020 è stato al centro di una contesa tra il Comune e Leonardo Badalamenti, figlio di Don Tano, il quale, dopo che nel luglio del 2020 la Corte d’Assise di Palermo aveva revocato la confisca del bene (per un errore nel provvedimento con cui lo Stato lo aveva sottratto a Don Tano che lo ricevette in dono dalla sorella negli anni ‘70), pretendeva di entrarne in possesso immediatamente. La revoca non era ancora stata notificata al Comune di Cinisi quando, Badalamenti, non avendo ottenuto risposte dal Comune, i primi di Agosto del 2020, entra nell’immobile rompendone le serrature. Ne conseguì uno scontro con il Sindaco di Cinisi e l’intervento dei carabinieri. Pochi giorni dopo Leonardo Badalamenti venne arrestato dalla DIA su un mandato di cattura internazionale emesso nel 2017 dall’autorità giudiziaria di Barra Funda (Brasile) per associazione criminale finalizzata al traffico di stupefacenti e falsità ideologica. Poco tempo dopo il sindaco di Cinisi venne interrogato dai carabinieri in seguito alla denuncia che Leonardo Badalamenti ha sporto contro di lui recandosi in caserma mentre era latitante.
Casa Memoria Impastato reagisce subito a questi fatti con una serie di comunicati e successivamente accettando la proposta del Comune di Cinisi e del Gal di impegnarsi nella gestione del bene per restituirlo alla collettività dopo che su di esso sono anche stati spesi soldi pubblici; queste le parole espresse dall’associazione: “se il bene tornasse alla famiglia Badalamenti, ciò avrebbe un impatto simbolico oltre che concreto in tutto il territorio, sarebbe una sconfitta non solo nei confronti della nostra storia, ma per tutto il paese di Cinisi che merita un riscatto e per chi si impegna nella lotta contro la mafia. Lo Stato e le Istituzioni non possano permettere che ciò avvenga, ma anche la comunità deve dare un forte segnale coinvolgendosi in questa battaglia, il mondo dell’associazionismo ha un importante ruolo affinché questo avvenga”.
Da qui l’appello alle associazioni del territorio che da sempre si sono battute per la verità e giustizia, per la crescita culturale e sociale, per la difesa del territorio e ambiente, con le quali ci uniscono una storia e un percorso comune, affinchè questo bene venga usufruito insieme, per la crescita della collettività e lo sviluppo del territorio.
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