A Cinisi e Terrasini sono conosciuti come Dey P e Fischietto. Sono due giovani musicisti che il 31 gennaio di quest’anno si esibiranno a Casa Sanremo live box, la vetrina della musica emergente con il loro brano “Non ne posso più”, uscito l’estate scorsa. I ragazzi tengono a specificare che non li vedremo su Rai uno, ma sulla piattaforma digital. La canzone è molto coinvolgente, parla di non violenza, amore, rispetto delle diversità. Dey P e Fischietto sono venuti a trovarci a Casa Memoria Impastato per raccontarci questa nuova esperienza e tra battute e risate ci hanno parlato anche di temi molto importanti, dal bullismo, alla lotta alla mafia, alle speranze per il futuro e per le giovani generazioni.
Dey P era già stato a Casa Memoria nel 2020, quando davanti alla nostra porta aperta aveva girato parte del video del suo brano “Eravamo in tanti”, dedicato a Peppino Impastato ed al giovane Paolo La Rosa (ucciso alcuni anni fa). Oggi siamo contenti di dare sostegno a due ragazzi accomunati dalla passione per la musica ed una forte determinazione che li ha spinti ad unirsi per rafforzare il loro messaggio di non violenza, riscatto e libertà.
Dey P e Fischietto ci raccontano di essersi conosciuti quasi per caso. Fischietto affacciato al balcone della casa del nonno a Cinisi ha scoperto che di fronte abitava Dey P, di cui aveva sentito parlare, si trovava anche lui in balcone mentre spolverava la sua camera. Su quei balconi è nato un incontro tra due mondi apparentemente lontani da cui è scaturita un’amicizia, tanti progetti e idee. Davide, che ha scelto di farsi chiamare Dey P “usando uno slang americano”, è cantante e autore dei suoi brani da tre anni, si ispira alla musica di artisti italiani come Fabri Fibra, Clementino, Marracash. Fischietto (il nome d’arte glielo hanno dato i bambini di un villaggio turistico), ha iniziato invece il suo percorso come animatore, nelle discoteche, speaker in radio ed ha il sogno di entrare nel mondo del cinema e del doppiaggio.
I loro percorsi non sono sempre stati semplici; Dey P. ha anche un lavoro “normale” che gli serve per poter investire sulla sua passione, Fischietto ci racconta che non sempre è stato facile affermarsi nel “mondo della notte” dei nostri territori, dove “se non conosci nessuno, farcela da solo non è facile”.
Ci raccontano che quando hanno iniziato questo primo progetto artistico comune erano in tanti, poi purtroppo sono rimasti solo loro due, i più tenaci; ci dicono: “Non sapevamo come sarebbe andata, ma volevamo fare qualcosa di costruttivo per noi, per dimostrare che i giovani possono essere svegli”. Purtroppo “per molti non è facile sudarsi un percorso”, soprattutto se pieno di incertezze. Fischietto accenna al libro di Michele Serra Gli sdraiati, ci dice che è vero in parte che alcuni giovani sono dormienti se paragonati alla generazione dei propri padri, quella in cui in tanti facevano politica, erano attivi nella società. “Oggi – ci dice – la nostra, è una società meno attiva, ma noi vogliamo dimostrare che non siamo tutti sdraiati”.
Gli chiediamo come ha inciso la pandemia su questo torpore. Entrambi rispondono di non essersi mai fermati, anche quando potevano usare solo il cellulare per lavorare.
Chiediamo come sia nata l’idea di coinvolgere i Sindaci e se le istituzioni del territorio li abbiano supportati. Dey P ci dice: “volevamo che il messaggio potesse arrivare a più gente possibile, i sindaci ci sembravano una chiave fondamentale per far sentire la nostra voce, sicuri che potevano apprezzare il nostro messaggio. Sia il Sindaco di Cinisi Giangiacomo Palazzolo che quello di Terrasini Giosuè Maniaci sono stati subito disponibili”. Fischietto ci dice: “Anche il sindaco di Capaci, Pietro Puccio ci ha sostenuto”. Dey P continua: “ci ha preso a cuore anche lui, ed a Capaci porteremo un pezzo nuovo Non mollare mai, per il 23 Maggio, trentennale della strage di Capaci.”. Fischietto ci racconta che con questo nuovo brano affrontano una tematica più pesante: “parla dei nostri territori, affrontiamo il tema della mafia, parliamo di quelle persone che hanno dato l’esempio”. C’è Peppino, c’è Don Pino Puglisi, Giovanni Falcone, Paolo Borsellino…
Chiediamo cosa li abbia avvicinati a tematiche così importanti, come la lotta alla mafia.
Se per Dey P. questo è un tema che lo lega ai musicisti che lo hanno ispirato, quelli che parlano della strada, dei giovani, del riscatto, per Fischietto la riflessione nasce da qualcosa di molto personale: “il mio avvicinarmi al sociale nasce dalla paura che provavo da piccolo. Ho subito il bullismo, c’erano quelli che si sentivano più forti, o almeno questo era il loro atteggiamento. Non cercavo lo scontro, ma la possibilità di portarli verso un modo diverso di essere. Anche il mondo della notte, nel quale lavoro, è spesso difficile, si può trovare droga, violenza”. “A volte chi vive la strada ha tanti problemi, genitori separati, fratelli in carcere, nel nostro territorio c’è anche questo. Spesso i ragazzi fanno le cazzate perché non sono amati o apprezzati. A noi piacerebbe parlare anche a loro”.
Chiediamo se, secondo loro, i giovani siano interessati ai temi che trattano nei propri testi: antirazzismo, diritti civili, rispetto delle diversità, lotta alla mafia.
La risposta è che non è così scontato, se di questi tempi non è facile pensare alla collettività, stare insieme a lottare, osservano anche che, ad esempio nei nostri territori, si vivono ancora molti tabù, per esempio sulla sessualità, ed è ancora forte l’influenza delle famiglie. Ma sono certi che le cose stanno cambiando per i giovanissimi e ritengono che la musica possa avvicinare a questi temi, consapevoli del senso di responsabilità che hanno nel rivolgersi alle giovani generazioni.
Abbiamo chiesto se vogliono rappresentare Cinisi o la Sicilia. Dey P ci risponde immediatamente: “Magari! Spero un giorno di poter fare sentire la voce di Cinisi attraverso il personaggio che rappresento. Mettere la faccia, mostrare come un artista può rappresentare le cose belle e le cose brutte, in chiave musicale, attuale e giovanile.”
A questo punto la nostra chiacchierata si sposta sul loro legame con la figura di Peppino Impastato. Sappiamo che nel territorio la figura di Peppino può ancora creare delle contrapposizioni, per noi è importante ed anche emozionante prendere atto che loro, Peppino, lo hanno cercato.
Dey P ci parla del legame c’è che il brano Non ne posso più ha con la storia di Peppino Impastato: “è un inno all’amore e alla non violenza, per questo si va ad incastrare con la vicenda di Peppino Impastato. La violenza, lo scontro, il contrasto di idee”. “Poi – ci dice – nella traccia ci siamo noi giovani che vogliamo dire come stanno veramente le cose.”. Fischietto continua: “Il brano si intitola Non ne posso più e anche Peppino Impastato non ne poteva più di tutta la merda che c’era a Cinisi… Peppino era un rivoluzionario, un ribelle, e anche noi siamo ribelli in senso positivo. Di Peppino mi è sempre piaciuto che è sempre stato fuori dagli schemi. Il suo Non ne posso più è legato a tutto questo, ha creato Radio Aut, ha sputtanato Tano Seduto… Peppino fa parte di questo brano a tutti gli effetti. Peppino, come altri che hanno lottato, ha lanciato un messaggio e un’energia che oggi è arrivata a me e Davide, che crescendo a Cinisi, lo abbiamo conosciuto, quindi una parte di Peppino è in lui ed anche in me.”
Abbiamo chiesto a Davide di raccontare ai nostri lettori un episodio di cui ci aveva già messo a conoscenza, che lo lega a Peppino fin dall’infanzia, attraverso i ricordi del padre e del nonno: “mio nonno che faceva parte del partito comunista, stava male, c’era la necessità che venisse donato del sangue per lui. Peppino da un palco, durante un comizio, disse: “Dobbiamo donare del sangue per il compagno Ludovico Pizzo”, che era mio nonno”. Questo episodio ci dimostra ancora una volta la sensibilità di Peppino e la capacità di creare legami umani, oltre che politici, che continuano ancora oggi.
Concludiamo il nostro incontro chiedendo come si sentono nel vivere questa nuova esperienza, andare da Cinisi a Sanremo presentandosi a un pubblico molto più ampio di quello incontrato finora.
Dey P. ci dice, con la spontaneità che lo contraddistingue: “Io sono molto sciallo, tranquillo”.
Fischietto afferma che non se lo aspettavano, ma che sono contenti che Casa Sanremo abbia apprezzato un brano così forte. E’ un passaggio molto importante, a cui seguirà un’altra esperienza, le selezioni di X Factor. Ci sarà poi l’uscita dell’album di Dey P che si intitolerà Come me, ma ci dice: “questo titolo è rivolto a ognuno di noi, come me, come te, come tutti noi”. Lo sguardo è aperto a tutti, senza distinzioni di nessun tipo ed in particolare è rivolto a quei ragazzi che hanno bisogno di comunicare qualcosa, così ritorniamo sul tema che ha attraversato tutta la nostra discussione: come sono e cosa vogliono i giovani? “Non è vero che i giovani non vogliono fare niente – ci dicono – c’è una generazione che lavora, non ce ne rendiamo conto, ma ci sono ragazzi che stanno al pc, perchè fanno cose interessanti, ci sono sviluppatori, programmatori, fotografi, anche nel nostro territorio tra Cinisi e Terrasini ci sono molti musicisti che fanno Rap, Drill, Trap. Oggi ci sono tanti ragazzi che fanno arte, è cambiato il mondo, il modo di stare insieme, forse emergere oggi è più difficile, ma sono tanti quelli che si impegnano in qualcosa di creativo”, proprio come loro.
Ringraziamo Dey P e Fischietto, con l’augurio di realizzare i propri sogni e continuare a far sentire la loro voce ed il loro messaggio di amore, non violenza e libertà!
Intervista a cura di Evelin Costa e Valentina Di Mercurio
Casa Memoria Impastato