Con l’inizio degli Europei di calcio, una riflessione di Giovanni Impastato sul valore educativo dello sport e sulle criticità di un sistema calcistico corrotto e globalizzato
Con l’inizio degli Europei il calcio tornerà, dopo una pausa, a essere protagonista della vita quotidiana degli italiani.
Peppino amava tantissimo il calcio, non a caso la sua prima denuncia sociale sulle pagine del giornale L’Idea, fondato nel 1965, era legata al fatto che a Cinisi non esisteva un campo sportivo e che i giovani dovevano praticare il calcio in mezzo alla strada o su campi improvvisati. Il suo articolo finiva con questa frase: “Forse il signor sindaco di Cinisi ignora la parola sport”.
Ed è sul valore dello sport che occorre fare una riflessione. Pier Paolo Pasolini sosteneva che il calcio fosse l’ultima rappresentazione sacra del nostro tempo. Un’affermazione densa di significato che sembra così lontana dal mondo del calcio di oggi.
Quello che questo mondo ci propone oggi non ha nulla a che fare con la funzione educativa che questo sport dovrebbe avere.
I vertici calcistici gestiscono un grande potere economico basato sulla corruzione e sul mal costume e anche le mafie sono riuscite a creare un vizioso giro d’affari, che si regge sulle scommesse e sui ricatti, e a inserirsi in questo sistema fino al punto di condizionare le partite e di falsare i campionati.
Le inchieste sulla corruzione calcistica sono all’ordine del giorno e non hanno mai fine.
Questa purtroppo è l’amara realtà che avvolge il mondo del pallone. E con il bombardamento mediatico la gente viene condizionata da logiche consumistiche. Non si parla altro che di mercato calcistico, di ingaggi super milionari, di compra-vendita dei giocatori, di allenatori super pagati e di presidenti che danno cattivi esempi.
Ci troviamo di fronte a un mondo basato sull’ipocrisia e sulle falsità. Nel giro di pochi anni, anche quel poco di positivo che poteva offrire questo sport è stato totalmente cancellato.
Ritengo che la crisi della Nazionale Italiana sia causata soprattutto da questi episodi spiacevoli e vergognosi. Non a caso le umiliazioni subite nelle ultime due edizioni dei Campionati Mondiali in Sud Africa e in Brasile dimostrano che siamo molto lontani dalla logica di uno sport vero, mancano le idee e siamo trascinati dal successo a tutti i costi con giocatori che guardano solo ai loro interessi.
In questo caso difficilmente riusciremo a competere con altri paesi.
Nei giorni del 9 maggio, tra le altre iniziative, insieme all’Associazione Sportiva Calcio Cinisi, abbiamo organizzato un torneo di calcio memorial intitolato a Peppino, giunto quest’anno alla sua seconda edizione, aperto a bambini e ragazzi appartenenti alle categorie dal 2004 al 2010. Il torneo ha contato mille partecipanti e ha coinvolto 104 società.
E’ stata una grande festa carica di passione e di entusiasmo. Il coinvolgimento di bambini e genitori è stato totale, fino al punto che ci siamo resi conto che ancora possa esistere qualche spiraglio per iniziare a discutere sul vero valore dello sport in funzione della nostra crescita dal punto di vista umano e culturale.
Certo i tempi in cui Peppino organizzava i campionati liberi sembrano finiti. Si giocava sui campi sterrati senza erba, occupati abusivamente, senza spogliatoi e senza docce. La fatica veniva cancellata dall’agonismo, si lottava con lealtà per vincere non a tutti i costi ma con merito.
Non è mia intenzione fare preistoria, ma anche il calcio professionistico era diverso e lontano dalle logiche attuali. Il vero calcio non è quello che ci offrono questi “idoli” super pagati, che continuiamo a vedere ogni giorno sui canali televisivi.
Senza parlare di un pericolo reale come le scommesse. Bombardata di partite dalla mattina alla sera, la gente è costretta a non ragionare, a non riflettere, con questo stato mentale è facile essere coinvolti nelle scommesse autorizzate, ma anche clandestine.
L’estrema conseguenza è la violenza fuori e dentro gli stadi, legata alla mancanza del rispetto di determinati valori.
Il tutto rientra all’interno di un sistema capitalistico senza regole, che non ha fatto altro che calpestare la dignità umana. Il calcio è stato coinvolto direttamente in questo processo di globalizzazione e ha provocato conseguenze notevoli nel tessuto sociale.
Oggi abbiamo tutto e di più, ma ci mancano elementi importanti per costruire uno sport educativo al servizio delle nuove generazioni.
E’ nell’ottica di costruzione di un nuovo calcio che si muove il Memorial Peppino Impastato. Pensiamo sia necessario dare forza e voce a realtà educative come quella che stiamo portando avanti a Cinisi, con l’obiettivo di trasmettere alle nuove generazioni il messaggio di Peppino e il vero concetto educativo di sport nel tentativo di far crescere i giovani nel rispetto delle regole basate sull’etica e sui valori umani, che oggi appaiono persi.
Con queste premesse ci sentiamo di fare un appello per attivare tutti gli strumenti necessari a riportare su tutti i campi di calcio il vero valore dello sport e di fare una proposta alla Federazione Nazionale Calcio: quella di avere un ruolo attivo nel portare avanti il Terzo Memorial intitolato a Peppino Impastato e iniziative come la nostra.
Ritengo che solo lavorando insieme a realtà sportive educative territoriali ci possa essere una speranza per il calcio italiano.
Per concludere, anche se non condivido del sistema calcistico professionistico, non mi resta altro, da buon italiano, che fare gli auguri alla Nazionale Italiana di Calcio nella speranza che possa disputare un buon Campionato Europeo.
Colgo anche l’occasione di ringraziare l’Associazione Calcio Cinisi per la disponibilità mostrata e rinnovo gli auguri per la promozione in Prima categoria.
Giovanni Impastato
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