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Tante le parole spese in questi giorni sullo scambio del sindaco di
Cinisi e i ragazzi di Moncalieri. Daniela Pizzo, volontaria di Casa Memoria,
presente quel giorno, chiarisce i fatti

Sono rimasta a guardare da spettatrice davanti alle tante parole che si
sono scritte in questi giorni sulla vicenda dello scambio tra il sindaco
di Cinisi e  gli studenti di Moncalieri, sul quale abbiamo già espresso
il nostro pensiero come Casa Memoria.
Annesse a questo episodio, però, si sono spese ulteriori e straripanti
parole: c’è chi ha espresso opinioni, pensieri e congetture su cose
di cui non sa nulla, per giunta non essendo presente quel giorno.
Chi, tra l’altro, non ha la minima idea di cosa facciamo quando
accogliamo i gruppi presso Casa Memoria.
Riguardo la vicenda accaduta di fronte al gruppo di Moncalieri mi preme
chiarire meglio la questione.
Da anni le utenze dell’ex casa Badalamenti sono a carico dell’Associazione
Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, di cui faccio parte.
Da qualche mese si verificano disagi inspiegabili, dalla mancanza
di energia elettrica nonostante il contatore attivato fino all’allarme, installato nello spazio da noi gestito, andato in tilt.
Quella fantomatica mattina – ero io a guidare i ragazzi nel nostro percorso – non sono riuscita a disattivare in nessun modo l’allarme, perciò mi sono  scusata con i ragazzi dicendo che avrei chiamato per l’ennesima volta l’ufficio tecnico per capire dove stava il problema.
Ovviamente come succede spesso nei comuni, se chiedi informazioni
nessuno sa mai niente.
Così sono andata in comune insieme ai ragazzi, ma poi, appena il sindaco
ha telefonato agli addetti per andare a vedere cosa fosse successo,
sono ritornata a ex Casa Badalamenti, lasciando i ragazzi con il sindaco.
Ma neanche quel giorno sono riuscita a risolvere, ho dovuto chiamare
il nostro elettricista per farmi spiegare dove stava il problema e resettare
l’allarme impazzito.
Oggi, dopo giorni, pare che questa sia la spiegazione: nel corso dei lavori
a ex Casa Badalamenti per l’installazione dell’ascensore, qualcuno
ha staccato i fili del nostro impianto, dal nostro contatore e li ha
collegati al contatore in comune con tutto l’immobile, installato di recente.
In quei giorni alcuni tecnici facendo il collaudo dell’ascensore,
hanno acceso e spento ripetutamente il contatore facendo saltare
l’allarme e con il rischio di danneggiare anche l’attrezzatura della sala
registrazione di Radio 100 passi.
Abbiamo risolto contattando personalmente un operaio comunale,
spiegandogli il problema. Così il pasticcio è stato risolto.
C’è un’altra questione che vorrei affrontare che riguarda le tante visite
che riceve Casa Memoria.
Vorrei rispondere, soprattutto, a chi in questi giorni ha scritto articoli
e post su Facebook e a chi li ha condivisi, esprimendo opinioni poco
informate senza mai essere stato a Casa Memoria, sperimentato
la nostra accoglienza o ascoltato le nostre testimonianze.
A Casa Memoria cerchiamo di smontare gli stereotipi e i luoghi comuni
sulla mafia e sulla figura di Peppino Impastato che dopo l’uscita del film
‘I cento pasi’ è diventata un’icona dell’antimafia.
Accompagniamo i ragazzi a riflettere sul concetto di coscienza critica,
di scelta responsabile, di legalità e diritti negati. Quando li portiamo
a visitare l’ex casa Badalamenti non lo facciamo per fargli vedere
la casa del boss ma quella che è diventata, spiegando cos’è un bene
confiscato e come è stato riutilizzato.
I viaggi di turismo etico e responsabile organizzati da Libera o
da Addiopizzo hanno l’obiettivo preciso di far conoscere una Sicilia
diversa da quella che immagina chi viene a visitare i luoghi della
nostra storia. E tutte queste persone, soprattutto giovani,
alla fine della loro permanenza sono felici di aver visto una
realtà totalmente diversa da quella che pensavano o che si erano
costruiti attraverso luoghi comuni e stereotipi.
Tutti vanno via con la consapevolezza che la mafia non va cercata
in una Sicilia tra coppole e lupara, ma, principalmente, nei luoghi da
dove loro stessi provengono, visto che da decenni in tutta Italia è
presente una mafia che si è trasformata e che possiamo definire
“finanziaria”.
Chiarito tutto ciò, il mio augurio è che si chiuda questo inutile e sterile
dibattito.
Invito tutti coloro che hanno pensato di dire qualcosa sulla vicenda
a venire a trovarci a Casa Memoria per comprendere qualcosa in più
della nostra attività. La nostra porta è sempre aperta a tutti.

Daniela Pizzo

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