Da diversi anni non si fa altro che parlare di crisi della Sinistra, che questa non esiste più e che “tutto sta andando a rotoli”. Noi, che riteniamo di far parte della Sinistra, siamo tristemente allarmati e scoraggiati fino a rischiare la depressione.
Purtroppo negli ultimi anni sembriamo esserci trasformati in un “esercito di immotivati”, con la difficoltà di lottare, si partecipa a qualche comparsata, per poi rimetterci in pigiama e riaccendere il telefonino…
Si parla sempre meno di lotte sociali e siamo tutti terrorizzati dallo scontro politico e dagli ideali, quelli veri che ci aprivano le porte verso il cambiamento. La vera cultura di Sinistra è scomparsa, per tanti anni non si è fatto altro che presentare liste elettorali senza un legame con la realtà e i territori, cercando di accaparrarsi qualche posto in Parlamento. Addirittura ci si divide con l’1,2 %.
Ci si lega con più facilità alla rete, i social sembrano essere diventati l’unico “luogo di impegno”, ma questo ha creato la nostra solitudine e ci ha resi schiavi di un mondo virtuale. Purtroppo il mondo reale è diventato un deserto.
Diamo via continuamente alle esternazioni su Facebook. Ognuno ha qualcosa da dire, si comunica con l’amico e tutto finisce come è iniziato, subito dopo non ricordiamo niente e si diffonde sempre di più la presunzione e l’ignoranza. Non a caso Umberto Eco sosteneva che “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel. È l’invasione degli imbecilli.”
Si legge e si pensa poco ed è fastidioso constatare che non ci si preoccupa abbastanza di una situazione del genere. Tante volte si preferisce non prendere posizione e non partecipare a scadenze ed iniziative importanti. Questi sono gli ostacoli che impediscono la nostra crescita e che bloccano un vero progetto politico di Sinistra.
Non abbiamo più intellettuali veri, qualcuno appare smarrito e demoralizzato, i rassegnati in genere non danno fastidio. Anzi, uno dei motivi dell’assenza del conflitto sociale è proprio il dilagare della rassegnazione. Sono finiti i tempi di Pasolini e di Sciascia che con il loro libero pensiero e le loro provocazioni riuscivano a trasmettere tante emozioni e si apriva un dibattito nel Paese, intellettuali veri, lucidi e pieni di entusiasmo.
Non c’è tempo da perdere, prima che sia troppo tardi, le chiacchiere e le lamentele non bastano. Dobbiamo partire dal presupposto che non sono stati gli altri che ci hanno buttato nel baratro, ma siamo stati noi che ci siamo caduti, siamo responsabili del fallimento e dell’assenza di un vero soggetto politico, la mancanza di entusiasmo e la nostra incompetenza ci hanno portato al degrado morale e politico.
Sarebbe il caso di ricominciare da capo. Non mancano affatto i punti di riferimento, partire dalle tante esperienze di lotta che in alcuni casi non sono state considerate e che hanno contribuito a suscitare una vera riflessione. Da Peppino Impastato fino ad arrivare alle lotte dei movimenti che difendono i propri territori, la battaglia di Riace, il lavoro e l’impegno di lotta contro la mafia. Nello stesso tempo non bisogna trascurare la memoria collettiva.
All’indifferenza e alla rassegnazione si è aggiunta la paura, l’insicurezza e la cultura del precariato.
Raccogliere le istanze dal basso, alimentare i conflitti sociali, creare lo scontro politico e nello stesso tempo trasmettere ai giovani la cultura della Disobbedienza Civile, sono i punti principali ed essenziali per costruire la vera Sinistra nel nostro paese e per abbattere il sistema Neo-Liberista, espressione della Globalizzazione e di un Capitalismo senza regole.
Oggi siamo di fronte ad un contesto che si sta imbarbarendo sempre di più, abbandonati a noi stessi con il peggiore governo che abbiamo avuto dal dopo guerra ad oggi, il tessuto sociale è stato totalmente demolito. Ricostruirlo non sarà facile, bisognerà provarci con tutti i mezzi che abbiamo e con la consapevolezza che ci si deve impegnare in maniera seria ed efficiente, cercando di coinvolgere le fasce giovanili con un approccio diverso rispetto a prima. L’umiltà e la razionalità ci possono aiutare tantissimo, considerando il fatto che tutto è cambiato.
Tante realtà Associative possono contribuire a fa crescere la vera cultura di Sinistra, allo stesso modo in un momento di totale disgregazione bisogna farsi carico delle tematiche care a tutti: l’ambiente, i diritti Umani, l’Antifascismo, l’Antimafia e la difesa della Democrazia. Convergere su questi obiettivi è uno sforzo che dobbiamo fare a prescindere delle appartenenze e dalle sfumature, con preciso riferimento ai grandi valori della Costituzione.
Se perdiamo ancora tempo c’è il rischio che questo nostro paese possa finire in mano alle peggiori ipotesi che ci possono portare direttamente all’avvento del fascismo, come è avvenuto negli anni ’20. Pasolini, quasi cinquant’anni fa, aveva le idee chiare su come l’anima del popolo italiano potesse essere scalfita dalla nascita di nuovi fascismi: “il nuovo fascismo, attraverso i nuovi mezzi di comunicazione e di informazione (specie, appunto, la televisione) – e oggi potremmo aggiungere anche internet e tutto il resto – non solo l’ha scalfita, ma l’ha lacerata, violata, bruttata per sempre…”
Come Casa Memoria, in coerenza con le idee di Peppino, continueremo a dare il nostro contributo come sempre abbiamo fatto.
La nostra proposta per il 41° anniversario è organizzare una grande manifestazione nazionale contro la mafia, unitaria, che possa esprimere finalmente i veri valori di una sinistra democratica ed antifascista, per raccogliere le istanze dal basso.
Giovanni Impastato
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