Ecco le ultime novità sull’intitolazione del liceo di Partinico e non tutte ci sono chiare.
Eravamo rimasti che a metà gennaio la giunta comunale di Partinico con una delibera aveva confermato l’intitolazione del liceo a Santi Savarino (contiguo al regime fascista e alla mafia), dopo la richiesta di pronunciamento che la Prefettura di Palermo aveva fatto all’amministrazione comunale. Richiesta da tanti definita “irrituale” in quanto le Commissarie che avevano governato Partinico prima dell’attuale giunta Rao, avevano già dato il loro parere positivo al cambio di denominazione.
Dopo questa situazione è arrivata tanta solidarietà ed anche le interrogazioni parlamentare da parte della deputata Piccolotti e della senatrice Floridia.
Adesso, a nemmeno un mese di distanza, la Prefettura, annullando di fatto il parere espresso dalla delibera della giunta Rao, ha dato parere favorevole al cambio di intestazione del liceo, da Savarino a Felicia e Peppino Impastato. Ma non possiamo festeggiare perché, malgrado il “nulla osta” della Prefettura, la decisione torna di nuovo al Consiglio d’Istituto della scuola, anche se già il precedente Consiglio d’Istituto nel 2022 aveva democraticamente deciso di intitolare la scuola a Felicia e Peppino. In quegli anni la scuola aveva come dirigente la Preside Vallone (adesso in pensione) che aveva fatto partire l’iter di cambio denominazione. Quindi tutto è nuovamente rimesso in discussione.
Comprendiamo, da questo continuo rimbalzarsi della decisione da una parte all’altra, che la questione è davvero tormentata. Ci sembra di capire che un fascista è da preferire a Peppino Impastato. La scelta tra Savarino (fascista, razzista e contiguo alla mafia) e Felicia e Peppino (simboli della lotta alla mafia e alla corruzione) a noi sembrava scontata ed invece scopriamo che è più difficile di quanto pensassimo.
Adesso la questione sta veramente diventando pesante e per noi va oltre anche la denominazione a Felicia e Peppino. Vogliamo capire perché ragazzi che potrebbero essere nostri figli o nipoti debbano frequentare una scuola il cui nome li etichetta negativamente, perché rappresenta un insieme di disvalori di cui non possono andare fieri. Con quale coerenza possiamo celebrare la Giornata della Memoria contro l’olocausto (come avvenuto alcuni giorni fa) all’interno di un Istituto che porta il nome di un personaggio che è stato firmatario del manifesto sulle leggi razziali durante il regime fascista? E con quale coerenza possiamo portare a questi ragazzi progetti per la legalità, visto che il loro Liceo è dedicato a una persona legata ai mafiosi? Ci sembra un modo confuso e ipocrita di lanciare messaggi alle giovani generazioni. Non lamentiamoci poi se i ragazzi non si fidano più della politica e mostrano disinteresse anche per il voto. I messaggi che dobbiamo offrire, e che soprattutto le Istituzioni hanno il dovere di offrire, dovrebbero essere chiari e limpidi: i valori della Costituzione, il no alla mafia e al fascismo non può arrivare ad intermittenza, deve essere un no convinto ed evidente.
Casa Memoria Impastato