Grandi momenti di preoccupazione per 629 migranti, uomini, donne e bambini che da troppe ore si trovano a rischio in mare, con pochi viveri, con tante difficoltà oggettive ed il proprio futuro in sospeso. Tra loro 123 minori non accompagnati e 7 donne incinte. Si trovano all’interno dell’Aquarius, una nave che batte bandiera di Gibilterra e che dal 2016 viene utilizzata delle organizzazioni SOS Méditerranée e Medici Senza Frontiere per il salvataggio dei migranti nel Mediterraneo. L’Aquarius è una vecchia imbarcazione che dal 1977 al 2008 apparteneva alla Guardia Costiera Tedesca, può ospitare al massimo 500 persone, in questo caso è sovraccarica ospitandone più di seicento.
Tra sabato 9 e domenica 10 Giugno l’Aquarius ha salvato in mare i 629 migranti, 229 erano a bordo di due gommoni che stavano ribaltandosi, le altre 400 persone erano state salvate dalla Guardia Costiera e Marina Italiana e trasferite sull’Aquarius. Il salvataggio è avvenuto nelle acque territoriali della Libia, sulle quali l’Italia ha competenza umanitaria, la chiamata ai soccorsi è stata effettuata alla centrale di Roma della Guardia costiera italiana, che ha coordinato le attività di salvataggio. Per gli obblighi di legge dettati dal diritto internazionale e recepiti dall’ordinamento italiano “lo stato che effettua il salvataggio ha il dovere di concluderlo facendo sbarcare le imbarcazioni nei propri porti”, la convenzione di Amburgo del 1979 e altre norme sul soccorso marittimo prevedono che gli sbarchi debbano avvenire nel primo porto sicuro a gestire l’arrivo dei migranti. La Aquarius stava dunque dirigendosi in uno dei porti del sud Italia per fare sbarcare i migranti.
Nella sua rotta verso l’Italia è passata molto vicina all’isola di Malta, che si trova a circa 140 chilometri a sud della Sicilia.
Il ministro dell’Interno Matteo Salvini ha però deciso di negare alla nave il permesso di attraccare in un porto italiano ed ha inviato una lettera urgente alle autorità maltesi chiedendo di far approdare a La Valletta la nave Aquarius. Salvini ha anche lanciato un hashtag sui social #chiudiamoiporti e ha fatto alcune dichiarazioni tra cui: “Da oggi anche l’Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell’immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia”. L’isola di Malta sembrerebbe non avere un porto sicuro per lo sbarco di tutti questi migranti e per la gestione di questa emergenza umanitaria.
Il premier maltese Joseph Muscat, negando anche lui la possibilità di sbarco della nave, ha risposto su Twitter: “Siamo preoccupati per la direzione presa dalle autorità italiane sull’Aquarius, che è in alto mare. Vanno manifestamente contro le leggi internazionali e rischiano di creare una situazione pericolosa per tutti coloro che sono coinvolti”. Il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Danilo Toninelli è intervenuto su twitter dicendo: “È necessario, stavolta, che tutti comprendano che il diritto internazionale non può prevedere un’Italia abbandonata a se stessa. Noi salveremo sempre le vite umane, ma Malta è la spia di un’ Europa che deve cambiare”.
Il leader del M5S Di Maio, Ministro del Lavoro e sviluppo economico, ha affermato: “L’Europa deve battere un colpo, questa vicenda dimostra che siamo stati lasciati soli. Mentre noi siamo stati disposti per anni ad accogliere migliaia di migranti, Malta non è disponibile ad accogliere centinaia. Questa Europa non è solidale e o l’Ue diventa solidale o è un problema per il Paese”. Si profila così un duro scontro diplomatico dove a pagarne le conseguenze sono gli esseri umani. Diversi Sindaci si sono opposti alla decisione di Salvini, il Sindaco uscente di Messina Accorinti, il Sindaco di Palermo Orlando, il Sindaco di Napoli De Magistris, il Sindaco di Trapani Tranchida, il Sindaco di Reggio Calabria Falcomatà, il Sindaco di Taranto Melucci. Anche Nogarin, Sindaco di Livorno del M5S, aveva dato disponibilità all’attracco dell’Aquarius tramite un post sui social dove tra l’altro affermava: “Io capisco perfettamente che si voglia dare un segnale all’Europa, chiedendo un cambio di passo sulle politiche migratorie, ma questo braccio di ferro con Bruxelles non può essere fatto sulla pelle di centinaia di uomini, donne e bambini”.
Post che ha poi rimosso, dichiarando: “dal momento in cui mi sono reso conto oggettivamente che questa cosa poteva creare dei problemi al Governo mi è sembrato corretto rimuovere il post”. Fatto sta che attualmente 629 persone, tra cui anche bambini continuano, a vagare nel Mediterraneo su questa nave e molti di loro hanno passato la notte all’addiaccio sul ponte scoperto, non essendoci sulla nave lo spazio necessario per stare al coperto. L’agenzia Onu per i rifugiati Unhcr in Italia lancia un appello: “Stati e attori coinvolti trovino soluzioni rapide che consentano ai migranti e rifugiati dell’Aquarius di essere sbarcati in modo sicuro e rapido.
Il rallentamento delle operazioni mette a rischio la salute di centinaia di persone con urgente bisogno di assistenza”. Medici senza frontiere, il cui personale è a bordo sulla nave, afferma che se anche nessuna delle 629 persone versa in condizioni di salute critiche, “si tratta comunque di persone provate da lunghi mesi di torture e violenza in Libia, alcune presentano ferite, altre ustioni da mix di carburante e acqua salata”. Queste persone sono vittime di uno scontro diplomatico in atto nel quale ci si augura che prevalga il senso umano e non la propaganda politica o gli scontri di potere tra Stati. Ogni vita umana deve avere la priorità, non si possono decidere le sorti della politica europea sull’immigrazione usando come arma di ricatto delle povere persone disperate.
Tra le ultime dichiarazioni di oggi quella del premier spagnolo Pedro Sanchez, esponente del partito socialista: “E’ nostro obbligo aiutare ad evitare una catastrofe umanitaria e offrire un porto sicuro a queste persone”. La Spagna apre dunque i suoi porti all’emergenza umana. Vedremo gli sviluppi di questa vicenda sperando siano rapidi.
Un elemento da segnalare è la crescita di un’opinione pubblica, che si esprime soprattutto tramite i social network, che diffonde messaggio di odio, che mette in secondo piano la vita umana, che vede i migranti come numeri e non come esseri umani che hanno diritto a una vita e ad una speranza di futuro. Una deriva razzista che non può che preoccupare, che parte dai peggiori istinti umani, si alimenta di paure e si sviluppa in un odio verso il più debole.
Come Casa Memoria chiediamo lo sbarco immediato di queste 629 persone in uno dei porti più vicini e sicuri, chiediamo l’apertura dei porti italiani come segnale di solidarietà umana, chiediamo che anche nel futuro il salvataggio di ogni vita umana sia prioritario su tutto e che non ci siano più vittime nei nostri mari. Ci impegniamo per contrastare il clima di odio verso le diversità, il razzismo e ci battiamo per la difesa dei diritti umani, contro ogni diritto negato.
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