Paolo Borsellino

A pochi giorni dal trentesimo anniversario del tragico attentato nel quale il Giudice Paolo Borsellino fu ucciso insieme alla sua scorta formata da Agostino Catalano, Emanuela Loi, Vincenzo Li Muli, Walter Eddie Cosina e Claudio Traina, arriva la sentenza che stabilisce la prescrizione per due dei tre poliziotti imputati per aver depistato le indagini sulla strage di Via D’Amelio e l’assoluzione per il terzo. Gli ex agenti erano indagati per concorso in calunnia aggravata dall’avere favorito la mafia nell’aver contribuito a “costruire” il falso pentito Vincenzo Scarantino, le cui dichiarazioni hanno dato vita a quello che i giudici del processo Borsellino quater hanno definito “il più colossale depistaggio della storia d’Italia”. La prescrizione è stata determinata perché è venuta meno l’aggravante del favoreggiamento mafioso. Questa sentenza si aggiunge alla precedente archiviazione dell’inchiesta aperta nei confronti delle posizioni dei due magistrati facenti parte del pool che coordinò l’indagine sull’attentato di Via D’Amelio.
Si tratta dunque dell’ennesimo depistaggio senza depistatori? Se il depistaggio c’è stato, crediamo sia necessario e doveroso trovare i responsabili.
Sappiamo bene che cosa significhi essere colpiti dalla violenza mafiosa e nello stesso tempo subire un depistaggio da parte di chi cerca di impedire che emerga la verità. Comprendiamo e condividiamo la scelta di Fiammetta Borsellino e dei suoi familiari che da anni si battono per la verità e la giustizia, di non partecipare alla commemorazione istituzionale della strage di via D’Amelio “finché non sarà ristabilita la verità”. Le celebrazioni rischiano di perdere il proprio significato e, come ha affermato la figlia del giudice Borsellino: “uno Stato che non riesce a fare luce su questo delitto non ha possibilità di futuro”. Basta con le ipocrisie, chiediamo verità e giustizia per chi si è battuto contro il giogo mafioso, lo dobbiamo a loro, ai loro familiari, ma anche a tutti/e noi che vogliamo vivere in una società libera e dignitosa.

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Fiammetta Borsellino