Giovanni Impastato è un nuovo cittadino di Caselette. La cittadinanza onoraria gli è stata consegnata al teatro Magnetto con una cerimonia nella quale erano presenti tanti ospiti a partire dal sindaco di Caselette Pacifico Banchieri. Presente anche il sindaco di Alpignano Steven Palmieri e quelli di altri comuni come Rosta, Buttigliera Alta e San Didero. Presente anche il Presidente dell’Associazione Calabresi per la Legalità, Pasquale lo Tufo, che è anche referente di Casa Memoria Impastato in Piemonte e Giuseppe Lumia, ex presidente della Commissione Parlamentare Antimafia. Una cittadinanza onoraria nata dalla richiesta dell’Istituto Comprensivo di Caselette salito sul palco insieme alla referente Wilma Gallo, congiuntamente alla richiesta dell’Associazione Calabresi per la Legalità. Il conferimento ufficialmente è avvenuto durante il Consiglio Comunale di giovedì 21 Marzo.
Alla cerimonia hanno partecipato oltre ai ragazzi dell’Istituto Comprensivo di Caselette, anche quelli dello Studio Danza Visconi, il coro Cantintondo e l’Associazione Musica Insieme di Grugliasco. A presentare l’evento Maria Luigia D’Abbene.
Un evento che è frutto di un cammino fatto negli anni a Caselette, un cammino passato per l’intitolazione del giardino del Villaggio a Peppino e a Felicia Impastato.
Ringraziando tutta la cittadinanza di Caselette a partire dal sindaco Pacifico Banchieri, riportiamo sotto il discorso di Giovanni Impastato.
“Carissime e carissimi miei concittadini di Caselette. Vivo oggi una grandissima emozione. Sento forte in questi giorni la vostra vicinanza e affetto. Sono giorni nei quali nel territorio dove Peppino si impegnava e dove noi di Casa Memoria continuiamo a Resistere abbiamo dovuto affrontare degli attacchi che ci hanno amareggiato da parte di chi ha ancora paura di Peppino e Felicia, da chi ritiene queste figure come divisive, a differenza di migliaia di persone che si sentono unite da loro, dalla loro lotta contro la mafia e contro la corruzione politica. Hanno abbattuto e vandalizzato le targhe dedicate a Peppino, stanno facendo di tutto per non intitolare a lui e a mia madre la scuola frequentata da mio fratello nel paese di Partinico. Ma tutto questo non ci frena, anzi ci spinge a continuare con più forza. Siamo abituati a questi attacchi, ai quali abbiamo sempre risposto con il nostro impegno e con la grande solidarietà che contemporaneamente riceviamo quotidianamente da tutta l’Italia.
In questi 46 anni abbiamo dovuto reagire in primo luogo a un giorno in cui un terribile e dramma è capitato nella nostra famiglia: l’omicidio mafioso di mio fratello Peppino Impastato, ucciso per aver speso la sua vita nella lotta contro la mafia, contro il fascismo, contro l’oppressione, nella lotta per la giustizia, per i diritti, per il lavoro, per la pace; una lotta, la sua, senza tregua.
Noi non abbiamo nemmeno avuto il tempo di piangere, dovevamo subito reagire per ottenere giustizia e far emergere la verità. Mia madre ci ha creduto fino in fondo, mi ha dato il coraggio di crederci. Sono stato supportato da mia moglie Felicia, dai miei figli, in particolare mia figlia Luisa che sta diventando una grande donna come mia madre e mia moglie. Ringrazio anche il Centro Impastato con il sostegno fondamentale di Umberto Santino e Anna Puglisi e i compagni di Peppino.
Dal giorno dopo il 9 Maggio 1978 è nata una storia di resistenza e reazione, di lotta per la verità, una storia fatta di dolori, amarezze, preoccupazioni, ma anche di incontri memorabili, solidarietà, riconoscimenti. Sono sicuro che Peppino avrebbe voluto che noi continuassimo a camminare sulla sua strada. Mia madre ci ha creduto sempre e ha spinto tutti noi a non arrenderci. Da allora abbiamo ottenuto molti risultati ed anche tante vittorie importanti.
Abbiamo dovuto scontrarci contro gli assassini mafiosi di mio fratello che abbiamo denunciato, ma abbiamo dovuto difendere Peppino anche da quella parte di Stato che lo voleva trattare da terrorista, che invece di contrastare la mafia contrastava e perseguitava noi, e alla fine abbiamo avuto anche tante vittorie.
Possiamo dire che nella nostra storia collettiva la mafia è stata sconfitta. Certo non tutta la mafia, ma quella mafia contro cui Peppino si batteva, sì, l’abbiamo sconfitta. Gaetano Badalamenti nel 2004 è morto in carcere, condannato nel 2002 come mandante dell’omicidio di Peppino Impastato, sono stati individuati gli esecutori (già morti durante la seconda guerra di mafia), la Commissione parlamentare antimafia ha sancito che c’è stato un depistaggio. Nel 2010 l’ex Casa Badalamenti è stata consegnata al comune di Cinisi dopo essere stata confiscata a seguito di lunghe battaglie ed un lungo iter processuale cominciato dai giudici Falcone, Borsellino, Guarnotta e Di Lello. Il primo piano viene assegnato alle associazioni e nel resto dello stabile viene trasferita dal 2017 la biblioteca comunale, un segnale importantissimo per il nostro territorio.
Nel 2012 Casa Memoria Impastato viene riconosciuta come bene culturale in presenza del Sovrintendente della Regione Siciliana Tano Gullo.
Le nostre battaglie però non sono finite qui, abbiamo dovuto lottare per non fare abbattere il Casolare dove Peppino fu ucciso, luogo di memoria importantissimo. Nel 2014 viene posto un vincolo come bene culturale, e dopo lunghe lotte, raccolte firme e le mie denunce è stato finalmente espropriato.
Quest’anno abbiamo vinto anche la battaglia per l’ex stalla di Badalamenti, contesa dal figlio di Gaetano Badalamenti. Oggi si chiama Casa Felicia, è diventata un centro culturale dove incontriamo migliaia di studenti.
Sicuramente abbiamo dimostrato che la mafia può essere anche sconfitta, e questo è importante per ridare fiducia alle nuove generazioni, per dire no alla rassegnazione che è un male profondo della nostra società.
Sono quindi tante le emozioni che ho vissuto in questi anni, tanti i riconoscimenti ottenuti e i premi. Ma emozioni come quella di oggi mi toccano il cuore perché oltre ad essere un riconoscimento per me, è soprattutto un riconoscimento ad un’intera storia che da Peppino, continua con mia madre e arriva a tutti noi.
A Caselette come ad Alpignano, mi sento a casa ed in famiglia. Diventare vostro concittadino significa per me avere una grande responsabilità che cercherò di onorare mantenendo saldo il nostro legame. Sarò sempre disponibile per ogni iniziativa a cui la mia persona possa dare sostegno, perché ancora più grande è stato il sostegno che Voi avete dato a me. Adesso questo legame sarà sempre più forte e indistruttibile, un legame che coinvolge e coinvolgerà tutta Casa Memoria.
Ringrazio il Comune di Caselette, con il Sindaco Pacifico Banchieri, per aver scelto di conferirmi la cittadinanza.
Ma vorrei ringraziare anche l’Associazione Calabresi per la legalità, un’associazione fatta di persone meravigliose, a partire da Pasquale Lo Tufo che ne è il presidente, e che per me, un amico sincero, corretto, determinato, affettuoso, generoso, sempre impegnato per la legalità. L’associazione è nata a Marzo del 2010, si sono distinti in attività per la giustizia e la legalità, hanno anche ricevuto l’importante premio internazionale all’impegno sociale Livatino, Saetta, Costa. Abbiamo incrociato il nostro cammino nel 2017. Da allora è nato un rapporto saldissimo, fatto di incontri con studenti e grandi iniziative. L’associazione Calabresi ha la capacità di coinvolgere tutto il vostro territorio e di promuovere percorsi con le scuole di grande valore.
Per questo grande legame che si era costruito, abbiamo invitato il Presidente dell’associazione calabresi a Cinisi il 1 dicembre del 2018, ed in quella occasione abbiamo lo abbiamo ufficialmente nominato referente nella regione Piemonte di Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato, associazione di cui mia figlia Luisa è presidente “con l’intento di creare un ponte ideale per veicolare i valori e la figura di Peppino Impastato nel territorio della regione Piemonte e per proseguire e sviluppare i progetti di legalità già sviluppati insieme negli ultimi anni”. Ciò per noi ha un grandissimo valore e mi sembra che stiamo proseguendo bene.
A Caselette nell’ottobre 2021 con la presenza del Sindaco Pacifico Banchieri abbiamo avuto l’intitolazione del Parco a Felicia e Peppino Impastato “Due voci forti contro la mafia”. E poi tante tantissime iniziative mostre, incontri, presentazioni di libri che è veramente impossibile per me elencarle tutte.
Questo cammino ci porta fino ad oggi. Sono onorato di far parte della vostra comunità, ricevere la cittadinanza oggi ha un grande valore, la dedico a mio fratello Peppino a mia madre Felicia e a tutti coloro che hanno dedicato la loro vita nella lotta alla mafia contribuendo a rendere un po’ più libero il nostro paese”.
Giovanni Impastato