Casa Memoria chiede al sindaco Gian Giacomo Palazzolo di non bloccarla
Siamo fortemente sconcertati dalla dichiarazione del sindaco di Cinisi, Gian Giacomo Palazzolo, sulla diaria che lo Stato conferisce alla sua amministrazione comunale per il sostegno dei minori migranti accolti sul territorio. Il primo cittadino, appellandosi all’ipotesi che la maggior parte dei quaranta ragazzi presenti a Cinisi siano “falsi minori” e che dichiarerebbero di avere un’età inferiore ai diciotto anni consapevolmente, si dice pronto a bloccare il contributo di 45 euro per ogni migrante presente sul suo territorio.
Forse il sindaco Palazzolo non sa che, arrivando senza documenti, spesso è la polizia, che attribuisce a tutti i giovani migranti la data di nascita, senza rispettare le regole sull’accertamento dell’età stabilite dalla legge.
La polizia, con il mediatore di turno, stabilisce un indicativo anno di nascita che ritiene a vista e un giorno che, invece, è lo stesso per tutti, ovvero il primo gennaio. Ecco perché – come dice il sindaco – molti di loro danno la stessa data di nascita.
Il sindaco parla anche di verifiche effettuate sui ragazzi che confermerebbero la sua ipotesi. Come rivela Amnesty International, il metodo attualmente più utilizzato, la valutazione della maturazione ossea del polso e della mano, comporta un margine di errore di più o meno due anni. Spesso, tuttavia sul referto non viene indicato il margine di errore, il che impedisce l’applicazione del principio di presunzione della minore età in caso di dubbio.
Se proprio di verifiche vogliamo parlare, suggeriamo che sarebbe bene vigilare sull’operato di alcuni centri ospitanti.
Due anni fa, in occasione delle giornate del 9 Maggio in ricordo dell’anniversario dell’assassinio mafioso di Peppino Impastato, durante un convegno sui diritti negati, siamo stati testimoni di un intervento di alcuni minori migranti che ci hanno segnalato le inadempienze del centro di accoglienza di Cinisi.
In seguito, abbiamo cercato di farci promotori delle istanze dei ragazzi e di rilevare le inadempienze, ma le sollecitazioni e i tentativi di dialogo messi in atto da esperti da noi coinvolti non sono stati presi in considerazione dai responsabili del centro, che ci hanno anche impedito l’accesso alla struttura.
Caro sindaco, il più delle volte questi ragazzi, al momento del loro sbarco sulle coste italiane, non vengono ascoltati ed è anche facile che, dopo mesi di accoglienza, si ritrovino senza mediatore linguistico. Spesso gli assistenti sociali dei comuni non fanno con tempestività gli accompagnamenti in questura e i giovani migranti rimangono mesi senza i documenti ai quali avrebbero diritto.
Molti di loro, visti i lunghi tempi burocratici per ottenere i documenti, diventano maggiorenni e rischiano di essere espulsi dal nostro paese.
Lei dice che la sua “non è un’azione contro i migranti, ma che serve una gestione sana dei soldi”. Noi, invece, siamo dell’idea che una misura di questo genere vada solo a danno di questi ragazzi che non sono certo responsabili di come le comunità e i centri gestiscano i soldi che sarebbero a loro destinati e neppure i beneficiari del business di cui lei parla.
La nostra associazione, molto vicina alla tematica dell’immigrazione, le chiede di ripensare al blocco della diaria per i giovani migranti del suo territorio, facendole presente che questi ragazzi sono solo le vittime. Sono la burocrazia e la mala gestione dei centri a ucciderli giorno dopo giorno.
Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato
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