Siamo soddisfatti nell’apprendere che il leghista Claudio Durigon finalmente non è più sottosegretario all’economia. Non era accettabile che questo personaggio rappresentasse le istituzioni del nostro Paese, soprattutto dopo aver dichiarato, lo scorso 4 agosto, durante un comizio a Latina proprio accanto al leader leghista Salvini, che bisognava cambiare l’intitolazione del parco cittadino da Falcone e Borsellino ad Arnaldo Mussolini, fratello del duce.

Giovanni Impastato, intervistato da il Fatto Quotidiano, ha subito lanciato un appello al Presidente del Consiglio Draghi e al Presidente della Repubblica Mattarella, chiedendo le dimissioni immediate di Durigon, dichiarando: “Su antifascismo e antimafia non ci possono essere dubbi da che parte stare, su Falcone, Borsellino, Impastato e tutte le vittime di mafia non si scherza. Quindi se Durigon non si vorrà dimettere, ci mobiliteremo per chiedere a Draghi di allontanarlo… in tutti i modi possibili che la Costituzione ci consente… come vittime di mafia siamo pronti a scendere in piazza”.

Purtroppo gli esponenti della lega non sono nuovi ad iniziative di questo tipo ed all’attacco diretto nei confronti di simboli ed esempi di lotta alla mafia; ricordiamo quando nel 2009 il Sindaco leghista di Ponteranica, in provincia di Bergamo, decise di cancellare dalla Biblioteca il nome di Peppino Impastato a cui era dedicata, con la scusa di voler mettere in risalto un’eccellenza locale e mostrando così la difficoltà di questo partito a digerire un personaggio come Peppino, siciliano, comunista e contro la mafi­a. Purtroppo le cose da allora non sono cambiate di molto e la lega che adesso cerca voti e consensi anche al sud, continua a mostrare fastidio per quei siciliani che hanno lottato per la giustizia, la libertà e contro mafia e malaffare, contrastando anche la corruzione interna alla politica; 26 settembre di quell’anno a Ponteranica, per rispondere al sindaco leghista fu realizzato un corteo con circa diecimila persone. In tanti eravamo pronti a scendere in piazza anche adesso per il caso Durigon, moltissime realtà associative, dell’antimafia, della società civile (tra cui l’Anpi) infatti in questi giorni hanno chiesto le sue dimissioni, nel nome dell’antifascismo e della lotta alla mafia.

La deriva fascista e razzista non riguarda solo la lega, abbiamo appena appreso che anche nel comune di Cinquefrondi in provincia di Reggio Calabria, gioventù nazionale, i giovani di Fratelli d’Italia, organizzando la prima Festa provinciale, nei loro inviti hanno rifiutato di chiamare il parco con il nome che gli è stato attribuito da due anni, quello di Peppino Impastato.

Diciamo no al razzismo e al fascismo, diciamo no alla mafia e alla corruzione, per una società fondata sui valori democratici, sulla giustizia sociale e sulla libertà.

Ass.ne Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato

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