Giorno 25 luglio, grazie al lavoro portato avanti dai docenti e studenti dell’Ateneo di Palermo in collaborazione con un collettivo di realtà di base, è stato presentato all’ARS il disegno di legge “Dalla dipendenza all’interdipendenza”. Il tutto è stato il frutto del lavoro di un gruppo di associazioni, espressione dell’antimafia sociale, tra cui l’associazione “Casa di Giulio” guidata da Francesco Zavatteri, Arci Porco Rosso, Awakening – gruppo di muto aiuto, CGIL regionale e Camera del Lavoro di Palermo, Centro di documentazione “Giuseppe Impastato” – No Mafia Memorial, Centro Studi e di iniziative culturali “Pio La Torre”, Comitato “Liberi Tutti” (animato da Nino Rocca), i compagni di Peppino Impastato, Mediter Italia, Memoria e Futuro, Movi provinciale, Ourvoice, “Sos Ballarò”. Anche l’Associazione Casa Memoria Felicia e Peppino Impastato negli ultimi mesi ha seguito il lavoro di questo gruppo di associazioni dando la sua piena adesione, ritenendo la questione delle dipendenze ed in particolare il dilagare del crack un tema da affrontare con urgenza. Per chi come noi si pone come obiettivo la costruzione di una cultura antimafiosa attraverso la trasmissione della memoria che si intreccia con un impegno pedagogico e sociale, non si può scindere la lotta alle mafie dal contrasto al narcotraffico, la stessa storia e le azioni di Peppino Impastato ce lo dimostrano. Ci impegneremo insieme alle altre associazioni, che ringraziamo per la loro tenacia nel far fronte da anni a questo dramma sociale che coinvolge ormai tantissimi giovani e le loro famiglie, ad attivarci nel denunciare la situazione attuale, nel richiedere maggiori risposte dalle Istituzioni e a costruire sempre di più nel nostro territorio e nei luoghi che gestiamo, tra cui anche due beni confiscati, nuovi spazi di comunità e aggregazione che possano rappresentare un’alternativa per i giovani del territorio che da sempre vogliamo sostenere con percorsi laboratoriali e di formazione.
Il 25 luglio dovevano essere presenti all’incontro all’ARS anche Luisa e Giovanni Impastato, ma purtroppo la mattina di quel giorno tutta la Sicilia era invasa dalle fiamme, i collegamenti per Palermo erano impossibili, l’autostrada era interrotta ed i treni sospesi. Luisa Impastato aveva tuttavia preparato un intervento che vogliamo riportare:
“Con l’associazione Casa Memoria Impastato che rappresento, vogliamo ribadire l’importanza che può avere una Legge regionale sulle dipendenze patologiche, affinché le Istituzioni si impegnino e non lascino sole le associazioni che già lavorano contro una piaga che sta, in maniera sempre più preoccupante, dilagando in tutta la Sicilia mietendo centinaia di vittime tra i giovani e giovanissimi, come la diffusione della droga e in particolare del crack.
Il traffico di droga, preesistente anche se da anni se ne parla troppo poco, ancora oggi costituisce uno degli introiti maggiori per le mafie ed ha ricadute tragiche su tanti giovani, spesso minorenni, coinvolti assieme alle loro famiglie. Quello della tossicodipendenza e delle dipendenze in generale è un fenomeno complesso e difficile da contrastare soprattutto perché per affrontarlo bisogna farlo tenendo conto della convergenza di più aspetti di carattere sociale, economico, culturale, psicologico, sanitario, umano.
La crescente diffusione del Crack, una droga dai costi poco elevati e dal forte effetto eccitante, introduce facilmente alla dipendenza, da cui è sempre più difficile uscire, ha notevolmente abbassato l’età dei consumatori. Dilagante in alcuni quartieri di Palermo come Ballarò, si sta diffondendo ormai anche nei paesi di provincia, causando un dramma enorme in chi lo vive personalmente e nelle famiglie, un dramma spesso vissuto nel silenzio, nella vergogna e nella solitudine. Un dramma che cresce ancora di più perché si intreccia con altri fenomeni come la prostituzione ed altri reati che possono avere effetti esponenziali in tutta la società e che riempie le casse della criminalità organizzata.
Abbiamo oggi il dovere di impegnarci nel contrasto al narcotraffico, su tutti i fronti.
Chi si impegna in una battaglia contro la mafia non può non mettere in primo piano la battaglia contro il traffico delle sostanze stupefacenti, ce lo ha dimostrato Peppino Impastato, la cui lotta alla mafia si intersecò con la lotta al traffico di droga, denunciandone le conseguenze sociali ed economiche e i responsabili come il boss Gaetano Badalamenti, poi mandante del suo assassinio. Erano traffici che già a quei tempi costituivano la principale forma di arricchimento per l’organizzazione mafiosa e che, come sappiamo hanno avuto conseguenze devastanti su un’intera generazione, si è trattato di una vera e propria strage di giovani che hanno riversato le loro fragilità e sensibilità su queste sostanze, di cui molti hanno approfittato. Come ricordano alcuni compagni di Peppino, lui stesso svolgeva un ruolo educativo su questo fronte, cercando di far comprendere ai giovani che lo circondavano la necessità di non far arricchire i mafiosi, mettendo anche in luce quanto le droghe allontanassero dalla realtà e dai problemi sociali e quanto alcuni gruppi di rivolta sociale fossero stati abbattuti proprio con l’introduzione delle droghe.
Oggi più che mai, in una società che vede sempre più crescere la solitudine, l’individualismo, le paure, le fragilità, le dipendenze, abbiamo bisogno di diffondere una cultura differente, dobbiamo difendere i nostri giovani e consentire loro la completa espressione delle loro migliori facoltà, garantire misure e strumenti sociali adeguati e modelli alternativi.
Chiediamo l’impegno di tutti e delle Istituzioni regionali a recepire la necessità di sviluppare un sistema integrato e diffuso di prevenzione, trattamento, riduzione del danno, limitazione del rischio e inclusione sociale e la cura delle persone con dipendenze patologiche. Una proposta che viene da chi da anni opera instancabilmente nei territori affrontando la questione sociale su tutti i fronti.”