Maria lucrezia

Maria lucrezia

 

Sono molti i giovani che in questi anni si sono ispirati a Peppino e Mamma Felicia, al loro coraggio, voglia di giustizia e libertà. In qualche caso hanno intrapreso delle scelte importanti di vita, proprio a partire dal loro esempio. Alcuni sono diventati giornalisti, magistrati, artisti, scrittori, insegnanti, uomini e donne che si occupano di volontariato e di impegno civile e sociale. Lo racconta molto bene Giovanni Impastato nel suo libro “Oltre i cento passi”.

Sono tantissimi i ragazzi e le ragazze che quotidianamente vengono a trovarci a Casa Memoria, con loro si crea uno scambio di storie ed emozioni, ci insegnano molto, ci mostrano l’entusiasmo nel futuro, la possibilità del cambiamento, la voglia di conoscere e di stare insieme. Tanti ci inviano contributi artistici: disegni, dipinti, canzoni, racconti, poesie.

Oggi vogliamo ringraziare la diciassettenne Maria Lucrezia Rallo di Marineo che frequenta il Liceo Scientifico Basile nel quartiere Brancaccio di Palermo. Lo scorso anno è stata anche premiata per la sua lettera intitolata “Vivere a Brancaccio” contro i pregiudizi su questo quartiere e nei confronti di chi vi abita. Uno dei suoi insegnanti è Alessandro Chiolo, autore del libro edito da Navarra Editore “Squadra Mobile Palermo”.

Maria Lucrezia nel suo blog ha scritto una bellissima lettera a Felicia, sono i giovani come lei che costruiranno un futuro migliore, ragazzi vitali, appassionati, che coltivano i propri talenti e che si dedicano agli altri.

Grazie Lucrezia, il cambiamento inizia da qui, sei importante per noi!

Evelin Costa

Casa Memoria

 

Qui il link al blog di Lucrezia e la sua lettera a Felicia.

Cara Felicia,

“C’è un albero per ogni uomo che ha scelto il bene”, e ne esiste anche uno per te.

Mi chiamo Maria Lucrezia, ho 17 anni e sono una studentessa.

Ti scrivo da un paesino vicino Palermo, Marineo, non molto lontano da Cinisi eppure a volte ti sento così distante…

Entrambe Siciliane, entrambe donne ed entrambe amanti e sofferenti per la NOSTRA terra. Ci stiamo conoscendo qui, tra le parole che dipinte su un foglio lo animano e lo rendono capace di esprimere le emozioni del cuore.

Cinisi è rimasta esattamente come l’hai lasciata tu, il venticello scombina i capelli e le piccole strade giocano con le ombre delle giornate estive. Sono ritornata in questi luoghi perché sentivo il bisogno di ritrovarti… tra le finestre delle case, tra il verde delle aiuole e tra l’odore del mare.

Avevo bisogno di instaurare con te un rapporto di intimità che solo noi donne sappiamo creare e capiamo, fatto di molti silenzi più che di parole, di molta memoria più che azioni vane.

Ed ho ritrovato tra le pieghe di questa piccola cittadina di mare il nostro Peppino. Sentivo ancora l’urlo di giustizia che echeggiava senza sosta e senza stanchezza. Il suo entusiasmo non è mai svanito, così come il suo desiderio di verità.

Il tuo amore da madre è andato oltre ogni immaginazione. Non sei stata solo una madre, sei stata soprattutto una donna. Perché non ti sei lasciata sopraffare dal dolore ma hai lottato da cittadina per i tuoi diritti e per i diritti di tuo figlio. Un figlio che ti hanno ucciso due volte. La prima in dei maledetti binari, la seconda con l’accusa di essere un terrorista. Sei stata il punto di riferimento della memoria, del coraggio e non solo per te stessa ma soprattutto per chi voleva fare qualcosa ma forse aveva ancora troppa paura. Per prima hai aperto le porte della tua casa ed hai gridato il tuo “Eccomi” battagliero al mondo ancora troppo chiuso dentro di sé. Hai contribuito al cambiamento di una Sicilia che ora viene riconosciuta non più come “terra di mafia” ma come terra di sole, mare, arte e cannoli!

Non hai voluto vendetta, nelle tue parole non si è mai percepito quell’odio che incattivisce e rende vittime di un passato che diventa il tuo peggior nemico. Hai investito tutto ciò che rimaneva del tuo essere per noi giovani, affinché potessimo riconoscerci in un territorio che ci appartiene, affinché ricordassimo che profumo ha la libertà…

Hai lottato per me, che ora ti scrivo ed io non mi sento quasi degna e per questo forse distante. Ma conoscerti meglio mi ha permesso di prendere una decisione importante. Voglio essere una piccola “Felicia” nella quotidianità di una ragazza del 21º secolo. Voglio avere il tuo coraggio e la tua determinazione, lottare per ciò che è giusto e per ciò che i ragazzi come me reputano inutile.

Voglio essere bandiera della libertà e della giustizia. Grazie perché anche se da lassù non ci lasci mai, ti vedo ancora affacciata dalla tua casa, ora museo, che mi sorridi. Ed hai un bel sorriso… radioso ed immenso.

“La pace richiede quattro condizioni essenziali: verità, giustizia, amore e libertà.” (Papa Giovanni Paolo II)

Maria Lucrezia Rallo

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