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Oggi ricorre il Quarantacinquesimo anniversario dell’assassinio mafioso di Peppino.

45 anni sono stati lunghi e impegnativi; anni in cui la memoria di Peppino è stata difficile da affermare, ma che grazie a chi si è impegnato in tutti questi anni è riuscita ad essere riscattata.

Oggi, però, non siamo qui per ricordare la morte di Peppino, ma la sua vita, che è diventata esempio, ispirazione per tanti, tantissimi che ancora oggi si riconoscono nelle sue idee e nelle sue lotte.

E vedervi così numerosi, e sentire l’affetto che oggi abbiamo ricevuto da ogni parte d’Italia e non solo, ne è la conferma.

Per questo abbiamo voluto che questo corteo non fosse soltanto un momento di commemorazione, ma anche di partecipazione e mobilitazione contro la mafia e contro ogni ingiustizia e disuguaglianza sociale.

Un corteo antifascista, antirazzista, intersezionale, per la tutela dell’ambiente, per la difesa del diritto al lavoro e di tutti i diritti umani e per la pace.

La criticità del momento storico in cui viviamo e i fatti che sono successi ci impongono più di una riflessione, una messa in discussione e un bilancio anche rispetto alle forme di lotta, come l’antimafia e le pratiche sociali di cambiamento.

Per questo, queste giornate del quarantacinquesimo anniversario sono state soprattutto un momento di confronto democratico e di analisi.

Ci siamo interrogati sui risultati ottenuti nell’ambito della lotta alla mafia, dalla magistratura e dalla società civile, a partire dalla cattura di Matteo Messina Denaro, ma soprattutto sulle risposte che ancora attendiamo e che chiediamo da fin troppo tempo.

Costruire una cultura antimafia significa infatti costruire una società civile che sia in grado di pretendere delle risposte: pretendere verità, pretendere che le Istituzioni abbandonino ogni forma di ambiguità, pretendere che i diritti non vengano scambiati per favori, pretendere che ci sia la volontà politica di combattere la mafia e la corruzione.

In questi giorni però abbiamo anche parlato di eredità morali, di come accoglierle e assumercene la responsabilità. Perché questo è un periodo difficile per la memoria ed è dovere collettivo e di ognuno di noi impegnarsi per difenderla, per difendere la storia da cui proveniamo, di chi ha speso con la vita la propria volontà di cambiare il mondo, dalle lotte partigiane, alle storie delle vittime di mafia.

La Memoria va difesa!

La Storia va difesa!

Perché ognuno di noi è figlio di questa e di queste storie.

Ripartiamo dalla memoria per riappropriarci del nostro futuro.

La storia di Peppino ci insegna, inoltre, che ogni lotta non esclude le altre, per questo abbiamo parlato di intersezionalità, soprattutto con le nuove generazioni che ci dimostrano quanto sia necessario ascoltarle, dare loro fiducia ed accogliere la richiesta di salvaguardare il proprio futuro.

Perché hanno più diritto di tutti gli altri di essere incazzati e ancora ottimisti nello stesso tempo.

Abbiamo accolto diverse esperienze di lotta e impegno sociale:

le lotte operaie di Taranto, per il diritto di non dover scegliere tra il lavoro e la salute; le lotte dei braccianti; dei lavoratori della Gkm, le lotte contro il fascismo, le discriminazioni e contro la guerra.

Ma abbiamo anche provato e proveremo a ricordare quanto, accanto all’impegno sociale, anche quello culturale sia altrettanto determinante per la costruzione di un pensiero critico e libero, perché un processo di emancipazione passa sempre anche da una rivoluzione culturale.

Per concludere, permettetemi di fare dei ringraziamenti.

Ringraziamo tutte e tutti per il sostegno e per la condivisione delle idee e della storia che portiamo avanti da 45 anni.

Grazie anche chi non è riuscito ad esserci, ma c’è con il cuore e il pensiero.

All’amministrazione di Cinisi,

a chi ci ha sostenuto ed aiutato.

Alla scuola di Cinisi, per la presenza e per il regalo prezioso che ci faranno stasera.

A tutte le scuole presenti oggi, perché gli studenti sono e saranno sempre i nostri interlocutori privilegiati.

A Marchino Fraceti e i compagni della Brianza, a Luigi ed Antonino per tutto il supporto di questi giorni.

A tutte le realtà associative che hanno collaborato alla realizzazione di questo anniversario.

A Mara, Evelin, Cristina, Daniela, Elena, Massimo e tutti i ragazzi e le ragazze che ogni giorno tengono viva Casa Memoria.

A Francesca e Salvo, dell’Associazione Musica e Cultura per il loro prezioso lavoro.

A Martina Martorano e agli artisti che si esibiranno stasera, per aver accolto il nostro invito.

Ad Anna Puglisi e Umberto Santino, per essere da sempre guida ed esempio di impegno e coerenza.

A tutti i compagni di Peppino per la storia che hanno vissuto e consegnato.

Ai miei genitori, per le loro spalle larghe.

A mio padre, perché ci ha permesso con responsabilità di raccogliere e accogliere il testimone.

A Peppino e Felicia, per l’esempio e la forza della loro resistenza.

E a tutte e tutti voi, che siete qui oggi, dimostrandoci che continuare ha avuto e ha un senso, se oggi siamo in tanti a condividere le istanze e le idee care alla storia di Peppino, che oggi è la nostra storia e che, grazie a chi si è speso per difendere la sua memoria, dura da 45 anni.

Luisa Impastato

9 Maggio 2023, Cinisi PA.

Ringraziamo Pietro Calligaris per le foto.

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