31 marzo 2015. Il “no” della dirigente scolastica ha impedito la realizzazione di un murales in omaggio a Peppino Impastato.
E’ accaduto a Catania, nell’istituto Galileo Galilei in cui si sono inaspriti i rapporti fra studenti e preside. Secondo quanto riportato dagli studenti stessi, la preside della scuola si sarebbe opposta alla proposta di ritrarre, su un muro della scuola, la figura di Impastato, ucciso dalla mafia nel 1978.
Dipingendolo sarebbe rimasto per sempre sotto gli occhi di tutti i ragazzi l’esempio di coraggio e legalità che questo giovane cinisense ha voluto portare avanti con la propria lotta. Negandogli un posto su quella parete, invece, è stato come farlo morire ancora una volta.
Fortemente sentito dagli alunni, il progetto del murales è stato portato avanti dalla Associazione giovanile Atlas e dal Club Service Interact Catania Ovest e doveva essere realizzato da Vincenzo Magno, iscritto all’Accademia delle Belle Arti di Bologna.
L’idea è stata accettata dall’assessore all’urbanistica Salvo Di Salvo,il quale ha però sottolineato la necessità (per legge) del consenso del dirigente scolastico. Consenso inizialmente non concesso. I ragazzi infatti dichiarano di aver trovato un muro di gomma laddove doveva esserci invece entusiasmo e sostegno per un’ iniziativa educativa e positiva.
Il progetto originario prevedeva che fosse dipinta la figura dell’attivista siciliano con accanto la frase “La mafia uccide, il silenzio pure”. Simone Pieri, ex rappresentante del Galilei e responsabile dell’associazione giovanile Atlas, dichiara che “…La dirigente ci ha detto che un volto con una citazione accanto erano un’immagine desueta e che quindi andava cambiata” .
Seppur titubanti i ragazzi hanno cercato di proporre alternative sempre inerenti al tema e al personaggio. Prima si è pensato di disegnare i binari di una ferrovia (quella in cui è stato ucciso Peppino) e accanto un giornale con all’interno la scritta “La mafia uccide, il silenzio pure”. Anche questa proposta scartata. Altra alternativa: al posto di un solo uomo che legge il giornale, tre uomini di spalle. Rifiutata pure la terza idea.
Così , dopo le bocciature, gli studenti si sono rifiutati di proseguire i lavori avendo capito che la volontà della preside era quella di cambiare completamente tema e affrontare qualcosa che potesse essere più educativo e adatto al luogo dell’ istituto. La diretta interessata ha detto di non essersi opposta affatto all’idea, sostenendo semplicemente di non aver trovato un punto di incontro con gli alunni. Questi manifestano però la propria delusione dovuta alla dirigente, la quale ha dichiarato “…Cerchiamo di fare delle cose adeguate alla scuola e al contesto in cui operiamo”.
Aumenta così il dissenso dei ragazzi che avrebbero voluto dare un messaggio di legalità inizialmente snobbato. I promotori dell’iniziativa evidenziano la necessità di partire dalle scuole per combattere la mafia; uno di loro, Riccardo Foti afferma: “Partire dai giovani è una cosa oggettiva: non cambi il modo di pensare di un cinquantenne. Puoi cambiare invece il modo di pensare di un ragazzo come me”.
La vicenda si è fortunatamente conclusa in maniera positiva. Sembra che oggi siano state chiarite le incomprensioni e che le speranze abbiano preso il posto alle delusioni precedenti. Si è svolto in data odierna, infatti, un incontro tra la preside, gli studenti promotori dell’iniziativa, le associazioni organizzatrici del progetto e i rappresentanti del comune.
Il murales di Peppino verrà fatto perché, come ha dichiarato l’assessore Lanzafame “Per il bene della città le incomprensioni si superano sempre”.{jcomments on}
Articolo di Alice Iacopelli tratto da CINISIONLINE