Ricordiamo Rita Atria che è stata una giovanissima testimone di giustizia che collaborava con Paolo Borsellino. Rita si uccise il 26 Luglio 1992, pochi giorni dopo la strage di Via D’Amelio, a soli 17 anni.
Rita Atria è nata a Partanna il 4 settembre 1974, figlia di Vito Atria un pastore affiliato a Cosa nostra, ucciso in un agguato nell’85. Rita era molto legata al fratello Nicola, anche lui mafioso, ed alla cognata Piera Aiello. Quando nel 1991 Nicola Atria fu ucciso, sua moglie Piera Aiello, presente all’omicidio del marito, denunciò i due assassini e cominciò a collaborare con la polizia. Rita, che aveva 17 anni, nel novembre 1991, decise di seguire l’esempio della cognata, affidandosi alla magistratura e cominciando a collaborare con il giudice Paolo Borsellino, all’epoca procuratore di Marsala, nel quale trovò un grande punto di riferimento ed un uomo di cui fidarsi e a cui affidarsi.
Le deposizioni di Rita e di Piera permisero di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala.
Sconvolta dalla scomparsa del giudice Borsellino, Rita Atria si uccise a Roma dove viveva in segreto.
Rita è stata ricordata il 24 luglio di quest’anno al No Mafia Memorial in un incontro a cura del Centro Impastato. Un elemento molto doloroso, che durante l’incontro è stato messo in rilievo, il rapporto di Rita con la madre Giovanna Canova che purtroppo non ha mai accettato la scelta della figlia di rinnegare le proprie origini mafiose e di affidarsi alla giustizia confidandosi con Paolo Borsellino. La madre fece il grave gesto di spezzare a colpi di bastone la prima lapide con il nome e la foto di sua figlia.
Una madre molto diversa da Felicia Bartolotta Impastato che mai ha rinnegato il figlio Peppino, anzi ha vissuto la sua intera esistenza nel cercare giustizia, nel difendere ed onorare la memoria del figlio, ricordando ogni giorno con orgoglio il suo coraggio nell’essersi ribellato alla mafia.
Commemoriamo Rita che ha scelto di allontanarsi e denunciare il mondo della mafia, una ragazza giovanissima che ha messo in discussione se stessa e le proprie origini per un ideale di giustizia, queste le sue parole riportate in una delle pietre d’inciampo che si trovano lungo il percorso dei cento passi che da Casa Memoria vanno verso il bene confiscato ex casa badalamenti: “…e poi, dopo aver sconfitto la mafia dentro di te, puoi combattere la mafia…”
Grazie Rita.
Evelin Costa
Casa Memoria
{jcomments on}