La notizia della scarcerazione di Giovanni Brusca è una notizia che ci ripugna perché inevitabilmente ci fa pensare alle vittime che hanno perso la vita per mano della brutalità mafiosa, come quella che ha contraddistinto la sua carriera da “uomo d’onore”. Per quanto difficile ci risulti pensare a una sua riabilitazione e moralmente abbia il sapore di una sconfitta, la sua scarcerazione è il risultato di una legislazione voluta e pensata per arginare e contrastare il fenomeno mafioso, il “frutto di un compromesso odioso utile per ricostruire delitti e stragi”, come dice Umberto Santino. La nostra speranza, è che la magistratura continui a non abbassare la guardia e che le istituzioni, come quelle che si dicono indignate, traducano questa indignazione in pratica di mutamento e discontinuità e soprattutto in un impegno che non sia solo celebrativo, anche con una seria riapertura del dibattito sull’ergastolo ostativo, senza il quale non avremmo avuto vantaggi nella lotta alla mafia. Ma oggi il nostro pensiero va soprattutto ai familiari delle vittime della sua brutalità, di cui comprendiamo il dolore e l’auspicio che non venga vanificato continuando a ricercare verità e giustizia.
Luisa Impastato
Casa Memoria Impastato