Peppino Impastato: luce, verità e coraggio.
Tre giorni a Cinisi per ricordare
Parte prima
“La Luce è per i ricercatori di fessure, di soglie segrete, di bellezza spesso invisibile agli occhi…”
Dall’8 all’11 maggio ho partecipato alle iniziative organizzate a Cinisi (PA), da Casa Memoria e dal Forum sociale Antimafia per il 36mo anniversario dell’assassinio di Peppino Impastato. Volevo esserci, volevo dare una mano, volevo conoscere più da vicino questa realtà che da anni mi affascina.
Non bastano poche righe per raccontare tutte le emozioni vissute durante queste giornate dense di eventi e iniziative davvero uniche; ma non è di questi che vorrei scrivere, è possibile trovare sul sito www.casamemoria.it il programma, tutti i particolari, resoconti e le immagini relative.
Voglio raccontare degli INCONTRI.
Il primo con Peppino. L’ho visto. L’ho sentito vivo nella sua casa, tra i suoi oggetti, il suo letto, i suoi libri, i dischi …. mi pareva che fosse lì, con il suo cappello e il suo palloncino, a piedi scalzi…un’emozione forte mi assale, un tuffo al cuore. Un colpo di fulmine quest’incontro con colui che io ritengo un giusto, lungimirante e rivoluzionario, cresciuto in mezzo a una società retrograda, mafiosa, deprivata forse da troppi secoli, nella sua storia di sopraffazione, sottomissione, dominio, anche maschilista…
Sono rimasta parecchio tempo nella casa della memoria. Lì ho percepito pienamente lo sforzo enorme, importante, incredibile di Giovanni e Felicetta che, con un gruppo di pochi amici volontari e tanta, tanta fatica, portano avanti fedelmente ogni giorno, continuando a tenerla APERTA, ACCOGLIENTE, DIALOGANTE, VIVA…. in una Cinisi poco collaborativa e, in certi aspetti, lontana mille miglia.
Fare memoria …. è un verbo che nella mia mente si declina spontaneamente e in situazioni diverse… Allo stesso tempo, sento che questa “casa” è oggi essenziale per la violenta deriva di impoverimento culturale, senso civico e vuoto politico nei quartieri, nella città, la morsa della delinquenza organizzata e della moltitudine dei corrotti, complici e collusi, ma anche dei conniventi silenti …. deriva che non lascia spazio a posizioni neutrali, ma a scelte nette, pro o contro, al nord come al sud del nostro paese.
“Coraggio e schiena dritta”, diceva sempre mamma Felicia alle migliaia di studenti che ogni anno visitavano e continuano ancor oggi, sempre più numerosi, a visitare Casa Memoria.
Questo tipo di coraggio non è una questione di eroismo, ha dimensioni pubbliche, ma anche intime, private. La sua radice etimologica è “cor-habeo”: ho cuore. Proprio il cuore è l’organo che segna la differenza tra ciò che è vivo e ciò che è morto, tra ciò che è animato (ha un’anima) e ciò che è statico, fermo, rigido, involuto, retrogrado.
Peppino è vivo, recita anche una scritta nello striscione che sfila nel corteo pieno di giovani. Nessuno pensa che Peppino fosse perfetto, nemmeno suo fratello Giovanni. Ma ciò che è importante, specie per le giovani generazioni, è sapere e sentire che Peppino era VERO, integro, pulito, che appena sedicenne, ha giurato u impegno al quale è rimasto fedele fino alla morte. Ha provato a immaginare e a realizzare, nonostante i limiti di quel tempo e i difetti di quel contesto retrogrado e statico, totalmente controcorrente, un mondo migliore possibile; ha affrontato sicuramente molteplici ostacoli e paure, ma ha saputo esprimere tutte le sue potenzialità con coraggio e creatività.
E’ la VITA a che aveva dentro che ha fatto la differenza.
“Ciò che è inanimato si muove verso il basso e ciò che è VIVO, segue direzioni diverse …. la vita consiste in una prodigiosa violazione di tutte le leggi del mondo fisico” scriveva Luigi Vannucci, mistico toscano.
Peppino “pensava col cuore” , aggancia il concetto di positività e coraggio anche alla filosofia della pace e della non-violenza, La scelta della guerra, come quella di sottomettersi alla mafia è sempre dettata, suggerita e alimentata da forme di paura.
Il coraggio, forse, consiste proprio quella ostinata scelta della direzione contraria (come scriveva De Andrè) a quella che ci viene imposta e preparata dalla sorte, nell’opposizione ferma alla forza di gravità che ci tiene in basso, ci appiattisce, ci rende apatici, indifferenti, cupi, rassegnati, incurvati, servi viscidi del potere di turno….
Peppino propone un modo di vedere noi stessi e gli altri completamente diverso, allarga orizzonti, fugge la piccineria. Non sopporta pecoroni, rassegnati, corrotti, opportunisti, ingannatori, approfittatori, mercenari, storditi dal delirio di potere e dalla vanità del proprio ego.
Ci fa capire che quando ci liberiamo da queste pesantezze e varie forme di paura, la nostra presenza, automaticamente, libera altri. Da queste stanze di Casa Memoria, Peppino mi bisbiglia nell’orecchio: “E’ tempo di disarmare la paura e di riprenderci il diritto di sognare” …. Un balzo al cuore …. Ti voglio bene Peppino!
“Le cose vere della vita non si studiano né si imparano, ma si incontrano” Oscar Wilde.
Tiziana Bonora