Quando i due paesi di Cinisi e Terrasini si risvegliarono, la mattina del 24 febbraio di due anni fa, i sentimenti comuni furono di rabbia, sgomento e incredulità alla notizia dell’assurdo assassinio del giovane ventunenne Paolo La Rosa. Sentimenti alimentati dall’apprendere, via via i particolari dell’accaduto, come l’efferatezza del delitto e le motivazioni, futili: “Così” , come ha risposto Alberto Mule’, infatti, durante il processo, quando gli hanno chiesto perché avesse ucciso il giovane Paolo La Rosa. Il giorno del funerale, a sedare gli animi e confortare la cittadinanza, è stata incredibilmente Loredana, la mamma di Paolo, che con una forza e una grandissima dignità, invitava i ragazzi a non perseguire dinamiche di violenza, ma a seguire e ad avere fiducia nella giustizia. Quella Giustizia da cui oggi si sente tradita, dopo la sentenza che condanna il giovane Mule a soli 16 anni di carcere, perché esclude l’aggravante dell’omicidio per futili motivi. Noi vogliamo continuare a credere nella Giustizia, come ci ha insegnato Felicia, che ha aspettato 24 lunghi anni per la condanna all’ergastolo di Gaetano Badalamenti, ma non ci stupiscono i sentimenti di Loredana, di Carlo e di chi ha amato il giovane Paolo, davanti a una pena di soli 16 anni, per questo vogliamo ancora una volta esprimergli la nostra vicinanza e sperare insieme a loro, anche se sappiamo bene che niente potrà lenire quel dolore, che almeno possano ottenere una risposta al loro sacrosanto desiderio di giustizia.
Luisa Impastato
Casa Memoria Impastato
disegno di Luisa Impastato